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Il Pacco per Nonna - 4


di giov60
09.01.2025    |    4.719    |    9 9.9
"Avevo timore di un suo rifiuto ecco perché poi le ho carezzato il seno che era morbido e duro all’stesso tempo..."
Siamo entrambi eccitatissimi ed io ho alcune domande da farle che mi bruciano in gola mentre lei sta ancora godendo per le carezze dispensate a sua figlia che non solo le ha accettate ma anche godute.
Temendo che i miei possano tornare sui propri passi, nonna mette il chiavistello alla porta, così che non possano entrare con le chiavi. Vedo i capezzoli di nonna irti che pur puntando verso il basso sono ben visibili sotto la stoffa della camicetta di seta che ha ancora addosso. Negli stessi istanti io ho fatto volare via mocassini, pantaloni, maglietta e slip e mi sono piazzato al centro del salotto nudo e con il cazzo così in tiro da dolermi. Nonna nell’entrare nella stanza si blocca a guardarmi con gli occhi luccicanti:
“Dio quanto sei bello e possente! Se tua madre ti vedesse adesso anche lei si inginocchierebbe davanti a te per gratificarti come meriti e per gratificare sé stessa perché tu sei un premio per le donne e per tutti quanti amano una così bella virilità!”
Mentre parla si avvicina a me sbottonando velocemente la blusa che si sfila mettendo in mostra il suo seno da cui spiccano i suoi grossi capezzoli irti e duri! Come arriva a debita distanza da me, allungo le mie mani e afferro i due capezzoli strizzandoli alquanto tanto da farle chiudere gli occhi mentre ha un ghigno come di dolore sul volto: ho stretto troppo forse! Ma non dice nulla per alcuni secondi, volendo comunque apprezzare il mio trattamento! Mi sento afferrare lo scroto e poi prendere per l’uccello che stringe voluttuosa.
“Dai raccogli i tuoi abiti e le scarpe e andiamocene in camera da letto che ho bisogno di stendermi un attimo!”
In pochi secondi accontento il dire di nonna e, come lei porta al braccio la sua blusa, così io appendo al mio gli indumenti che poco prima avevo buttato all’aria.
Nonna, entrati nella spaziosa camera da letto, si stende immediatamente e mi chiede di abbassare le tapparelle per creare la giusta penombra che sarà complice del nostro pomeriggio festivo appena iniziato. Appena abbassate le tapparelle nonna mi reclama al suo fianco: mi stendo anch’io sul letto alla sua sinistra e subito lei mi si stringe al fianco mettendo la sua mammella destra sul petto me mentre poggia la coscia sul mio cazzo duro e inizia a carezzarlo muovendo la gamba lentamente su e giù. Il suo viso si accoccola sulla mia spalla e la sua mano mi carezza il volto. Gliela afferro e comincio quasi ad odorarla e a darle diversi bacetti sulle punte delle dita.
“Ma che fai!?!”
“Nonna se fossi un qualsiasi animale, un cane o un gatto, potrei adesso sentire l’odore delle cosce di mamma che tu hai toccato poco fa!”
“Non l’ho toccata, l’ho proprio accarezzata!”
“Com’era la sua pelle? Setosa, Liscia, Calda…”
“Era bella da accarezzare e molto più perché anche lei ha voluto accettare quella carezza quasi intima”
“Sei arrivata a toccarle la figa?”
“No, bambino mio l’ho solo sfiorata. Avevo timore di un suo rifiuto ecco perché poi le ho carezzato il seno che era morbido e duro all’stesso tempo. Anche lei era vestita come tua nonna li sotto! Senza reggiseno e come hai potuto solo in parte ammirare, ha un petto più che rispettabile che sta su una bellezza non come il mio che ogni giorno va sempre più giù!”
“Ma che dici!! Hai delle tette favolose, delle gambe stupende, una figa morbida ed umida che mi fanno morire ed eccitare continuamente!”
“Ti piacerebbe adesso fare con lei come tu hai fatto con tua madre?!”
“Io ci provo con tutta me stessa, non per ricordare mia madre ma perché vorrei scardinare quel suo modo di fare e aprirla alla vita senza né remore né rimpianti!”
“Beh, se non ho capito male, proprio adesso dovrebbe essere in giro a farsi ammirare da chiunque incroci lei e papà durante la passeggiata!”
“Allora spero che incroci un bel cazzo e inizi a cambiare stile di vita succhiandolo come sa fare sua madre, vero bambino mio?”
“Tu sei la regina del pompino!”
“Nonna credo che adesso se ti baciassi un po’ tra le gambe, ti rilasseresti molto! Dai stenditi e allarga le gambe come solo tu sai fare, voglio fare un bel ripasso di lingua sulla tua figa.”
Nonna si stende sul letto e apre le gambe mettendo in bella mostra la sua figa depilata come quella di una adolescente ma, al tempo stesso, frutto maturo di peccato, che fino a poco prima ha stillato di piacere per il breve incontro con mamma. Scivolo sul letto non senza abboccare la grossa tetta a portata della mia bocca e dopo essermi riempito di un grosso boccone della morbida carne, baciandola sul ventre porto la mia bocca verso il fiore del suo piacere. Dopo aver vellicato le grandi e piccole labbra, prendo tra le mie il suo bocciolo fremente e pronunciato come un piccolo pene che, dispettosamente, fa capolino al vertice dell’umido spacco maturo. Mentre lo vellico, quasi spompinandolo, le mie mani iniziano ad intrufolarsi nella sua vagina: prima un dito, poi due, tre fino a tutte le dita che lentamente affondano nell’accogliente pertugio teatro di innumerevoli incontri galanti. Poi le dita, rese umide dalle stille di piacere di nonna, tornate alla luce si dirigono lungo il perineo fino ad accarezzare il grinzoso sfintere anale che, appena sollecitato, si distende per essere, anche lui, violato con dolcezza dalle mia ancora insicure mani. Nonna guaisce di piacere quando mando in profondità, senza incontrare apparente resistenza, il mio indice e il medio e inizio un andirivieni molto simile a quello già dolcemente subito da lei, mentre la mia lingua vellica e penetra nella sua vagina.
Ho il viso madido del suo piacere che da, ormai, diversi minuti mi inonda mentre con il bacino asseconda il mio fare. Devo essere piuttosto bravo se ogni minuto che passa nonna diventa un’anguilla per quanto si contorce.
Dopo altri interminabili minuti sento le sue mani sulla mia testa che viene tenuta ferma mentre lei inizia a godere e a gemere mentre continua a far contorcere la sua figa sulla mia faccia.
Non soffoco per un pelo tanto la mia faccia viene spinta verso il suo bacino. Piano piano il dimenarsi si placa e anche la presa dei miei capelli. Riemergo prima con la faccia poi sfilo le dita dal suo culo che emette un piccolo rumore di risucchio.
“Adesso vieni a baciarmi che voglio sentire il mio piacere!”
Mi lecca tutta la faccia e non disdegna nemmeno leccare le mie due dita che le hanno allargato il buco del culo.
Poi ci accasciamo per qualche minuto.
“Hai pensato che a leccarti la figa ci fosse mamma?”
“Anche volendolo pensare, tu lecchi da Dio!”
Il sole infila i suoi raggi tra le tapparelle abbassate segno che siamo giunti al tramonto del giorno. In tutto questo lasso di tempo il mio cazzo si è strusciato sulle setose lenzuola del letto ed adesso che sono tornato supino accanto a lei, svetta indecente sulla mia pancia. Il gustoso pranzo, comunque, ci chiede di andare in bagno anche se siamo ancora entrambi eccitati. Prima io poi nonna andiamo a svolgere le attività fisiologiche e anche a darci una rassettata. Nonna impiega un certo lasso di tempo in più ma quando fa rientro nella camera da letto sembra ancora più bella e affascinante. Ha lo sguardo perso nei suoi pensieri, o ne sta pensando un’altra come quella del tiramisù. Lo percepisco perché si guarda intorno come a misurare la sua stanza da letto che, invece, dovrebbe conoscere benissimo. Improvvisamente fa dietro front e esce di nuovo per tornare poco dopo con in mano alcune foto. E’ andata ad attingere dallo scrigno: anche lei è ancora eccitata e non pienamente soddisfatta dal recente orgasmo frutto della mia bocca. Sono disteso sul letto e lei si sofferma a guardarmi: “Sei un piacere per gli occhi! Beata la ragazza che ti accalappierà! La invidio ora per allora!! Io non ci sarò più ma lei godrà dei frutti del nostro incestuoso rapporto!”
“Spero non solo lei, ma anche tante altre donne, nonna!”
“E, perché no, anche qualche bel maschietto se vorrai accettare i consigli di questa vecchia!”
“Nonna non sei affatto vecchia, sei una giovane matura ed io sono completamente d’accordo su tutti i tuoi consigli!”
“Nonna per favore ti metti davanti alla finestra un attimo?”
Nonna esegue e la sua figura viene circondata dagli ultimi raggi di sole! Il profilo del suo corpo pare irraggiare una luce propria!
“Mi piacerebbe adesso farti alcune foto! Peccato che non abbia con me il cellulare!”
Per non darmi possibilità di distrarmi nello studio, mamma e papà non mi hanno permesso di portare con me né il cellulare, né il pc, che pure mi sarebbe stato di valido aiuto.
“Niente foto con il cellulare, se vuoi, useremo la polaroid di tuo nonno, dovrebbe essere ancora funzionante e sono certa che i caricatori si vendono ancora! Niente negativi in giro, niente sviluppo.. tutto molto discreto, infatti dobbiamo essere molto discreti perché possiamo continuare la nostra bella relazione! Ricordati che se qualcuno scoprisse quanto stiamo vivendo, potrebbe denunciarci e non sarebbe proprio una bella cosa: la legge punisce l’incesto, ma solo su denuncia!”
Mentre va dicendo queste cose, continua a muoversi davanti alla finestra così da farsi ammirare in più pose e, nemmeno a doverlo ribadire, ad eccitarmi ulteriormente!
Poi viene a sedersi di nuovo sul letto ormai disfatto e mi porge le foto che aveva in mano.
“Queste sono le prime foto che ho con tuo nonno! Come vedi siete molto simili sia in corporatura che in altezza, tu hai un cazzo più grosso e prestante del suo, mani morbide e delicate mentre il nonno, che lavorava in officina, aveva mani callose ma le usava con molta delicatezza. Tu tra qualche tempo sarai un porco matricolato come lui lo era diventato dopo avermi sposato!”
“Come vi siete conosciuti?”
“Nel periodo in cui frequentavo il fotografo amico di mio padre, come ti ho già detto l’ho frequentato assiduamente per tre, quattro mesi a volte da sola e a volte con mamma che spesso sceglieva di andare da sola agli incontri. Tuo nonno abitava a qualche centinaio di metri dallo studio fotografico e ci siamo incrociati più volte in quel periodo! Subito mi sono accorta che mi guardava con un certo interessamento, ma all’inizio ho pensato che, siccome ero sempre in tiro per le scopate che andavo a farmi o che avevo appena fatte, era facile attirare l’attenzione su di me. Proprio alla fine dei tre quatto mesi lo vedevo che quasi mi aspettava mentre andavo e venivo dallo studio del fotografo. Così un giorno di questi l’ho affrontato chiedendogli cosa avesse da guardare. Lui mi rispose molto educatamente e ad occhi bassi, come si vergognasse, che da quando mi aveva vista la prima volta il mondo gli sembrava migliore! Ero, ed ancora mi emoziono, a ricordare quel nostro primo parlare tra di noi. Avevo appena finito di godere del cazzo del fotografo, quindi ero appagata fisicamente ma la mia figa ebbe una contrazione così dolorosamente dolce che quasi dovetti piegare le gambe per non cadere! Tenendo un contegno comunque dignitoso, anche se avrei voluto saltargli addosso lì in mezzo alla strada, ci presentammo educatamente, com’era costume allora, ed io gli dissi che, probabilmente, sarei tornata in paese il sabato mattina successivo, per delle commissioni che dovevo fare. In quel momento ero, liricamente parlando, Violetta che dona la camelia ad Alfredo invitandolo a tornare quando questa appassirà.”
“Violetta, camelia, Alfredo? Ma di cosa stai parlando nonna?”
“Nipotino caro, adesso so che hai bisogno anche di essere acculturato un pochino per non sfigurare nella vita. Nonna ti regalerà un bell’abbonamento a teatro dove le farai da cavaliere l’anno prossimo!”
“Come vuoi nonna. Spero di non annoiarmi però a teatro!”
Continuando nel racconto il nonno capì che doveva aspettare qualche giorno per rivederla e nonna, tornata a casa, subito si confidò con la madre dicendole di avere incontrato un ragazzo carino e anche della contrazione avuta tra le gambe! Sua madre riferì anche a suo marito. Nonna aveva già diciotto anni e in paese, se avevi superato i venti anni senza avere un ragazzo, saresti stata subito etichettata o zitella o, peggio, puttana. Per cui nonna era certa che la madre era andata in chiesa ad accendere un cero. Il sabato successivo madre e figlia erano di nuovo in paese e il nonno era lì in attesa. Rimase un po' sconcertato nel vedere nonna insieme alla madre ma subito rincuorato dopo che, fatte le presentazioni e aver destato approvazione anche dalla genitrice, fu lasciato da solo con nonna. Così dopo aver parlato alquanto chiese a nonna se volesse andare con lui ad una festicciola tra amici li stesso pomeriggio: in quegli anni le feste si facevano a casa di qualcuno ed erano controllate dai padroni di casa. Lui aveva la moto e sarebbe venuto a prenderla e a riportarla prima di cena. Così avvenne e nonna durante quella festicciola fu presentata agli amici del nonno e, durante il lento che, immancabilmente, era il punto centrale del ritrovo, poté apprezzare, non senza una certa ritrosia del nonno che voleva comportarsi da bravo ragazzo, la sua dotazione sessuale che la convinse al primo bacio tra loro. Poi al ritorno a casa si salutarono con un bacio molto più caloroso.
“E, quando nonno ha scoperto che tu non eri illibata, cosa che allora era importante, vero nonna?”
“Mia madre dopo che io per quasi un mese continuavo ad incontrare il nonno, mi chiese di invitarlo a casa, se lui voleva accettare, una domenica a pranzo, dato che non lavorava, e già iniziava a raccomandarsi con me che preferiva, e con lei mio padre, che fosse il nonno a venire casa, piuttosto che sapermi in giro. Così dopo quasi un mese che avevamo iniziato a frequentarci, lo invitai a casa, se per lui la cosa non fosse impegnativa. Mi rispose che era felicissimo dato che la sua intenzione era proprio quella di impegnarsi! Quella domenica si presentò tutto agghindato che sembrava una albero di natale e portò anche dei fiori per mamma che gradì molto! Anche io ero vestita a festa come pure i miei. Il primo invito fu un successo tanto che la domenica successiva fui invitata io a casa sua dove conobbi i suoi genitori, bigotti all’inverosimile, per cui già da allora, tra noi ci fu solo un bel rapporto di reciproco rispetto ma nulla di più: così ho salvato anche tuo nonno dal falso bigottismo che c’era in quella casa. Quindi erano più spesso gli incontri a casa mia che in casa del nonno. Nemmeno quasi tre mesi dopo io e il nonno iniziammo ad approfondire la nostra conoscenza. Non aveva la mia esperienza in materia sessuale, anche se era di quasi cinque anni più grande di me. Mi disse che lui aveva avuto modo di incontrare delle donnine allegre, meglio dire puttane, che lo avevano reso uomo da non molto tempo prima che mi conoscesse e subito si era reso conto che io avevo invece già una conoscenza e una fame di sesso ben più sviluppata della sua che, invece, era stata repressa dalla sua famiglia. Adesso era felice di come io l’abbracciavo e già in pochi giorni aveva acquisito un desiderio nei miei confronti che mi gratificava molto. Era giugno quando decisi che era giunto il momento di sentirlo dentro di me che già da qualche settimana ero digiuna! In quel periodo era normale indossare in casa dei bei grembiuli che avevano l’abbottonatura sul davanti e avevano alcuni il bavero come le giacche altre avevano la scollatura tagliata a rettangolo con le spalline più corte e poi l’apertura che partendo a novanta gradi dalla spallina scendeva verso il petto e, sempre con lo stesso angolo si dirigeva verso l’altro lato del petto per poi tornare su verso la spalla. Questo sia davanti che dietro il grembiule. E specialmente quando si era in periodo caldo, dava sollievo. Io, come mamma, ne avevo diversi sia più chiusi sia più aperti che mettevano il risalto il mio seno già allora prosperoso. Proprio con uno dei miei grembiuli scollati accolsi quel pomeriggio tuo nonno a pranzo e Nonno durante il desinare non riusciva a capacitarsi se guardare me o mamma che indossava anche lei una leggera maglia abbondantemente sbottonata sul seno. Dopo pranzo io e nonno ci ritiriamo nella mia camera da letto e mamma, che avevo messo al corrente della cosa, si mise di guardia alla porta per ogni eventualità. Non chiusi la porta, ma la accostai appena, perché volevo che mamma sbirciasse come segno di quella complicità che ci legava dai tempi del fotografo. Quindi dopo un po' di conversazione durante la quale gli occhi del nonno erano fissi alle mie tette, com’ero solito fare con lui, cominciai a prenderlo in giro per il suo sguardo allupato e a palparlo tra le gambe. Quando lo sentii duro, ma in parte già lo era, mi appoggiai alla parete che lo spiraglio della porta lasciava in libera visione e invitai nonno ad avvicinarsi. Mentre con una mano gli slacciavo la patta dei pantaloni con l’altra sbottonai tre o quattro bottoni del grembiule proprio all’altezza della mia giovane ma già esperta figa allora coperta da un folto boschetto di peli castani. Allargai l’ampio pertugio del grembiule mostrando agli occhi del mio amato il dal lui agognato fiore del mio sesso. Poi mi chinai verso il suo cazzo e lo abboccai per inumidirlo cosa che piacque anche a lui, ancora inesperto su certe cose del sesso, e poi tenendolo per le palle, lo guidai dentro la mia figa bagnata. Appena fu inghiottito da me, sfilai dalle asole anche i rimanenti bottoni del grembiule facendo fuoriuscire le tette e potendo in tal modo alzare la gamba che era più vicina alla porta socchiusa in modo tale da permettere a mamma di vedere l’andirivieni del cazzo di nonno dentro di me. Il nonno quella prima volta si difese egregiamente convincendomi ancora di più che era l’uomo della mia vita. Mentre lui aveva affondato il viso nel mio petto, io, pur sciogliendomi nel piacere, riuscii a piegare la testa verso la porta così da scambiare una occhiata complice con mamma che si stava masturbando forsennatamente incurante che poteva essere vista dal futuro genero. Fu allora che il nonno capi che non ero più vergine. Dopo che accolsi il me la sua potente prima sborrata in figa, le mestruazioni mi sarebbero arrivate il giorno dopo, quindi ero sicura della cosa, ci abbandonammo cadendo entrambi a terra. Nonno mi chiese conto della mia figa aperta e io gli risposi che come lui non era a digiuno neanche io lo ero e sia il come che il quando erano fatti miei. Gli promisi che un giorno gli avrei detto tutto di me ma prima volevo essere sicura al cento per cento del suo amore nei miei confronti. Poi gli dissi che dopo sposati lo avrei gratificato con un dono che sarebbe rimasto solo suo vita natural durante. Dopo pochi mesi, eravamo sposati! Aveva fretta di ricevere il mio regalo!”
Mentre ascoltavo il racconto di nonna avevo gli occhi socchiusi per immaginarmi la scena. Anche io avrei voluto scoparla appoggiata al muro e quasi volevo alzarmi dal letto per ottenere una replica del primo coito dei miei nonni. Ma nonna ha altre idee per la testa. Ancora eccitata per mamma e per le cose che si sono dette sia a parole che con gli sguardi e le mani, mi sale addosso mettendosi a cavalcioni su di me. Ho le sue tette a pochi centimetri dalla mia bocca a inizio a leccarle mentre lei strofina la sua figa sul mio cazzo che subito si bagna dei suoi umori. Ha gli occhi chiusi come a concentrare i suoi pensieri, le mani poggiate sul mio petto continua a sfregarsi su di me mandando avanti ed indietro il suo prosperoso bacino.
“Amore di nonna, voglio farti lo stesso regalo dato a tuo nonno: se lui fosse qui adesso mi implorerebbe di darlo anche a te, sono certa, ed io avrei rifiutato molto a malincuore. Ma siccome ora siamo solo io e te e tu ne hai preso il posto sia a letto che, in parte, anche nel mio cuore, sono certa di fare la cosa giusta. Come per tuo nonno questo dono è solo per te e per nessun altro qualunque cosa dovessimo fare da qui in avanti!”
Con agilità si alza appena dal mio bacino quel tanto che basta al mio uccello per alzare la cappella in aria, poi, approfittando della situazione, con abilità, lo guida nella figa che è piena di umori non da adesso e lo accoglie dentro di sé mugolando di piacere. Uno, due, tre, quattro affondi degni di una cavalla di razza poi, deludendomi un po’, si fa sfilare il cazzo dalla sua calda tana e mettendo una mano tra le sue gambe lo afferra alla base e lo guida verso il suo sedere. Sento la cappella che sta violando il suo culo e sento lo sfintere cedere piano piano alla pressione esercitata dal bacino. In pochi istanti sono dentro il suo retto completamente, mentre lei, sempre ad occhi chiusi, torna a mugolare in modo più gutturale, profondo, come in profondità è infisso il mio cazzo in lei. È la prima volta che mi pare di essere solo uno strumento nelle sue mani. Non sta facendo l’amore con me ma con il suo amato marito. Comincia a pompare con il bacino spinto in avanti e mi manda in Paradiso perché la sento calda molto calda. Per diversi minuti mi godo la situazione mentre affondo la faccia tra le sue tette. Poi, improvvisamente, si sfila il cazzo dal culo e, come se niente fosse, scivolando in fondo al letto, lo prende in bocca succhiandolo con una passione nuova per i miei sensi. Mi porta quasi a godere ma, avvisata anche dai mei gemiti, molla dopo un po’ la preda, per portare il suo viso, che è stravolto quasi da un piacere nuovo e con quella bocca semiaperta che gocciola saliva, sul mio che accoglie la sua richiesta di bacio lussurioso. Non mi faccio nessun problema perché anche io sono nel suo stesso stato.
“Adesso, ti prego amor mio, inculami tu e allagami con il tuo piacere!”
Si mette in ginocchio sul letto: “Dai stallone, fotti la tua cavalla!” mi incita anche se non ce n’è bisogno.
Mi posiziono dietro di lei e punto il mio uccello sul fiore grinzoso del suo culo. Affondo senza incontrare la resistenza di poco prima e sento il mio scroto sbattere sulle labbra della sua figa. Mi aggrappo alle sue mammelle e inizio a cavalcarla senza ritegno alcuno.
Non so quanto tempo l’ho sbattuta ma l’ho sentita godere molto e quando, fermandomi al momento giusto ben infisso dentro di lei, le ho inondato il retto con tutto il mio piacere ha quasi esulato di una gioia perversa!
Rimango dentro il suo culo anche quando, esausti ci accasciamo sul letto lei sotto di me io sopra di lei. Respiriamo entrami con dolce affanno e godo nel sentire il mio cazzo ammorbidirsi affogando nella mia sborra. Dopo diversi minuti è lei stessa ad espellere il mio uccello ormai a riposo stringendo lo sfintere che produce un piccolo plop all’uscita del mio cazzo.
Come scivolo al suo fianco ci abbracciamo e baciamo con passione.
“Nonna stavolta non eri qui con me vero?”
“Perdonami, amore di nonna, ma hai ragione! Ho rivissuto la stessa scena della mia prima notte d’amore con tuo nonno ed è con lui che stavo facendo l’amore! Ma da ora in poi il culo lo darò solo a te, amore di nonna!”
Nemmeno ci alziamo dal letto per la cena…così abbracciati scivoliamo tra le braccia di Morfeo per il meritato riposo.

- CONTINUA
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